Il saggio si apre con una descrizione del ms. Paris, BNF, lat. 11574 e della struttura del commento alle epistole paoline di cui è unico testimone, composto da estratti dai commenti di Ambrosiaster, di Origene nella traduzione di Rufino, di Pelagio e da un'ampia varietà di opere agostiniane, alcune delle quali citate attraverso la compilazione di Beda sulle epistole paoline. Segue uno
status quaestionis in cui l'A., appoggiando l'opinione di M. Gorman (
Paris Lat. 12124 [Origen on Romans] and the Carolingian Commentary on Romans in Paris Lat. 11574 «Revue bénédictine» 117, 2007, pp. 64-128; cfr. MEL XXXI 4698), mette in dubbio l'attribuzione del testo a Helisachar e la sua contestualizzazione all'interno di un più ampio progetto di esegesi biblica, proposte da B. Bischoff (
Die Bibliothek im Dienste der Schule in
Mittelalterliche Studien III Stuttgart 1981 pp. 213-33). La parte centrale del saggio riguarda l'analisi della posizione del commento nel dibattito sulla doppia predestinazione, vivace negli anni 848-860, attraverso l'analisi della selezione dei passi agostiniani di commento a Rom 8, 28-30 (ff. 52v-54r), una pericope di fondamentale importanza per la controversia. Gli estratti agostiniani impiegati sono quindici e derivano da undici opere autentiche e dall'
Hypomnesticon contra Pelagianos. Sette di questi estratti si trovano già nel commento di Beda, da cui l'autore dipende, ma in un caso la citazione dal
De civitate Dei è stata ampliata verificando la tradizione diretta dell'opera, al fine di chiarire meglio la posizione agostiniana sulla resurrezione dei corpi. Confrontando i 15 estratti agostiniani con quelli selezionati da Floro nell'
Expositio, l'A. nota che, a parte gli
excerpta di Beda, i due compilatori hanno scelto brani agostiniani differenti; inoltre, l'autore del commento ai Romani ha incluso per lo più citazioni da opere giovanili di Agostino, mentre Floro ha preferito quelle più tarde, in cui la dottrina della grazia è espressa in maniera più rigida. L'A. conclude che la collezione di estratti di Beda è una delle fonti (insieme ad Ambrosiaster e Rufino) che il compilatore del commento ha voluto spogliare e inserire quasi per intero nel commento; inoltre, la sua selezione non denuncia inequivocabilmente l'appartenenza a una delle due fazioni. (Marina Giani)
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