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L'A. si interroga sul ruolo del vescovo Massimino nella chiesa imperiale di Treviri, una delle quattro maggiori del suo tempo. Una prima riflessione prende le mosse dalle dispute teologiche conseguenti al concilio di Nicea (325) e indaga i rapporti di Treviri con Costantinopoli alla luce degli scambi con Atanasio sul tema anti-ariano, evidenziando l'importanza della riflessione di Ilario di Poitiers e una sorta di comunione di pensiero che collegava l'Europa intera. La conclusione di questa prima riflessione chiama in causa anche le due vite di Massimino (la più antica che risale alla metà dell'VIII secolo e la riscrittura di Lupo di Ferrières realizzata circa un secolo dopo) e la memoria che ancora nell'XI secolo si rendeva ad Atanasio nell'abbazia di San Massimino. Il secondo percorso di riflessione esamina gli atti del concilio di Colonia del 346, trasmessi dal manoscritto Bruxelles, KBR, 495-505 ff. 217v-218r. Emerge ancora una volta la figura di Atanasio e, a partire dal documento, l'A. esamina dapprima la composizione del concilio e la distribuzione geografica delle sedi vescovili, quindi le procedure giuridico-canoniche che interessarono il concilio stesso, nonché i contenuti teologici delle votazioni e delle argomentazioni, dalle quali emerge anche la posizione di Massimino. Da ciò l'A. sottolinea la natura di scritto politico-ecclesiastico della più antica Vita Maximini, così come una certa conoscenza degli atti del concilio da parte di Lupo di Ferrières per la sua riscrittura. L'ultimo tema di riflessione interessa il culto e la ricezione della venerazione di Massimino: la sua estensione geografica, le menzioni di Gregorio di Tours (Historiae e Vita Nicetii) e delle Epistolae Austrasicae, la caratterizzazione delle litanie fra VIII e X secolo e, naturalmente, le due agiografie a lui dedicate, nonché la menzione di Massimino unanime in tutti i martirologi storici (Floro, Adone, Usuardo, Beda e Martyrologium Lugdunense). (Marianna Cerno)
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Studio sulle motivazioni che hanno portato al diffondersi dell'iconografia del Noli me tangere prima nell'arte carolingia e dopo, in misura più cospicua, nell'arte ottoniana. In particolare l'A. si sofferma sulla tradizione letteraria che da Gregorio Magno e Beda ha portato a una caratterizzazione sempre più precisa e definita della figura di Maria Maddalena. Tra le fonti letterarie il martirologio di Beda e una lettera di Crodoberto, vescovo di Tours (653 ca.-674 ca.), a Boba in merito a un caso di adulterio che coinvolgeva un clerico.
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Articolo dedicato allo studio di un folio di antifonario ambrosiano utilizzato come foglio di guardia del ms. Vat. Ott. lat. 3, che contiene copia del Martyrologium Bedae. Il folio, vergato in scritture testuali e musicali beneventane, presenta peculiarità liturgico-musicali del nord Italia: la presenza di antiphonae in baptisterio - esclusive della città di Milano - e l'impiego di grafie specifiche per il quilisma e il climacus, così come sono individuabili nel ms. Milano, Ambrosiana, Trotti 414. L'assenza invece di alcuni item liturgici propri dei libri ambrosiani del XII secolo conduce all'ipotesi che il folio appartenesse a un manoscritto esemplato sulla scorta di antifonari ambrosiani più antichi di quelli attualmente conservati. L'A. individua alcune varianti melodiche che collegano il folio al ms. Milano, Bibl. Capitolare, II F 2.2; formula infine l'ipotesi che esso appartenesse a un manoscritto esemplato con finalità teoriche, ossia quale esempio della tradizione nordica cui Cassino era connessa a seguito delle invasioni ostrogote e longobarde. L'articolo è completato da una trascrizione completa del contenuto del folio.
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Dopo una sintetica storia del genere, l'A. offre un ... Leggi tutto

Dopo una sintetica storia del genere, l'A. offre un quadro riassuntivo della ricorrenza di santi dell'Antico Testamento nei seguenti martirologi: Geronimiano, di Beda, di Floro, di Adone, di Usuardo, del 1584 e del 2001 (tavola p. 272). I brani relativi ai vari personaggi vengono esaminati in base ai cambiamenti intervenuti nella composizione dei testi a loro relativi. Cinque sono i gruppi in cui i santi vengono divisi: ciclo dei patriarchi; ciclo dell'Esodo; profeti; personaggi vari (Giobbe, Giona, Daniele e i tre fanciulli, i martiri del libro dei Maccabei); gli antenati di Cristo.
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Studio concernente la storia dell'annuncio della Natività di Cristo effettuato durante la liturgia officiata la vigilia di Natale. L'A. considera testi dalla Chronographia del 354 fino all'ultima versione del 2001. Si fa riferimento anche ai martyrologia di Beda, Floro, Adone e Usuardo. Per ognuno di questi testi viene offerto il brano che si riferisce all'Annuncio, con una sintetica analisi.
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Esame del testo e confronto fra le diverse redazioni ... Leggi tutto

Esame del testo e confronto fra le diverse redazioni degli elogi dei martiri registrati nel calendario romano preconciliare del mese di agosto. Sono richiamati i martirologi di Girolamo, Beda, Adone e Usuardo.
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I martirologi occidentali, antichi e moderni, danno ... Leggi tutto

I martirologi occidentali, antichi e moderni, danno testimonianza del culto ecclesiale rivolto ai diversi personaggi associati a Gesù nel racconto dei Vangeli. Si fornisce un panorama assai dettagliato e, tra le fonti medievali, vengono considerati Beda, Adone arcivescovo di Vienne e Usuardo.
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Nel tracciare un elenco dei propri scritti al capitolo ... Leggi tutto

Nel tracciare un elenco dei propri scritti al capitolo V 24 dell'Historia gentis Anglorum, Beda non manca di sottolineare la novità del proprio martirologio, che integra le informazioni già presenti nel Martyrologium Hieronymianum (il puro elenco cronologico dei santi, con il loro nome, la data del martirio, il tempo e il luogo di deposizione) con ulteriori notizie di carattere storico-narrativo, inerenti soprattutto alle circostanze di martirizzazione (quo genere certaminis vel sub quo iudice mundum vicerint, dichiara Beda). Dopo un ampio status quaestionis sulle attuali conoscenze circa la tradizione manoscritta dei due martirologi, l'A. ne indaga l'interazione reciproca, allargando l'indagine anche ad altre opere di Beda (come i Chronica maiora). L'analisi include i codici Bern, Burgerbibl., 289; Wolfenbüttel, HAB, Weiss. 81; Sankt Gallen, Stiftsbibl., 451; München, BSB, Clm 15818; Vat. Pal. lat. 833 e Pal. lat. 834; Verona, Bibl. Capitolare, LXV [63]).
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L'A. passa in rassegna i testi latini che riguardano Eulalia di Merida, in ordine cronologico. Dapprima quelli contemporanei al suo martirio (sec. IV): un'iscrizione, e il Peristephanon di Prudenzio (carme 3), che si rifà a una fonte molto antica e si ispira tanto ad Ambrogio e Agostino quanto all'Eneide. Per il sec. V si esaminano fonti epigrafiche, il sermone di Agostino Solemnibus martyrum (n. 313G, studiato da G. Morin nel 1891), e la Chronica di Hydatius (cap. 90). Nel VI sec. Eulalia compare nel De gloria martyrum di Gregorio di Tours, nell'inno di Venanzio Fortunato (Carmina VIII, 3), in diversi calendari ed epigrafi, e nella passio anonima, che viene esaminata nel dettaglio in quanto modello per le agiografie successive (BHL 2700; testimoni: London, BL, Add. 25600; Paris, BNF, n.a. lat. 2180; Toledo, Catedral, 44.11; Tuy, Catedral, 1. Queste sono copie del Pasionario hispánico, che tramanda anche la passio di Eulalia di Barcellona [BHL 2693]). Nel VII sec. la Spagna visigotica si occupa molto di Eulalia: si compongono inni, orazioni e passioni, e si parla di lei al IV concilio di Toledo; il vescovo di Barcellona Quirico, ispirandosi a Prudenzio, compone un inno; ricordano la santa il Chronicon di Fredegario e la Chronica di Fécamp (Rouen, BM, 528, che contiene anche la Vita s. Waningi, fondatore dell'abbazia), come l'antifonario visigoto León, Archivo de la Catedral, 8 e le Vitae sanctorum patrum Emeritensium; si redige inoltre una nuova versione della passio, oggi nel ms. Bruxelles, BR, 581, in riferimento alla quale l'A. discute diffusamente del testo e della tradizione delle due Eulalie, quella di Merida e quella di Barcellona. Nel sec. VIII vede la luce il martirologio di Beda e la tradizione di Eulalia prosegue inoltre su diverse iscrizioni epigrafiche. Infine, per il sec. IX l'A. ricorda nuovi calendari, i martirologi di Wandelberto, Floro, Adone, Usuardo e Rabano, il Memoriale sanctorum e l'Apologeticum martyrum di Eulogio di Cordoba, nonché il poemetto Cantica virginis Eulaliae del ms. Valenciennes, BM, 150, f. 141r, di cui si dà trascrizione (lo stesso cod. contiene la famosa sequenza in francese al f. 141v). (Marianna Cerno)
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Il piano dell'opera e la sua strutturazione, insieme ... Leggi tutto

Il piano dell'opera e la sua strutturazione, insieme a una panoramica sulla figura e sugli scritti bediani erano stati indicati nell'introduzione al primo volume (Bede I 1-4 Amsterdam 2017; cfr. MEL XXXIX 559). Mentre il primo volume conteneva il repertorio delle citazioni e menzioni d'area anglosassone, in latino e in antico inglese, tratte da opere bediane quali l'Historia ecclesiastica gentis Anglorum, il De temporibus e il De temporum ratione tra le altre, questo secondo volume presenta l'elenco delle citazioni, sempre di area anglosassone, in latino e in volgare, tratte dalle opere di Beda incentrate sulla Bibbia, dalle omelie, dalle epistole, da opere andate perdute e dal Martyrologium. Per ciascuna opera i curatori indicano le principali edizioni, i manoscritti anglosassoni a circolazione insulare, eventuali codici a circolazione continentale, le liste di inventari e di donazioni che menzionano i testimoni, le traduzioni in anglosassone e gli adattamenti in anglo-latino, le citazioni, i riferimenti e le allusioni all'opera in questione. A questo segue, per ogni opera, un commento dei curatori in merito ai dati raccolti ed esposti. Il volume si suddivide in sette sezioni, di cui le prime quattro riguardano lavori incentrati sulla Bibbia. La prima è «Aids to Biblical Studies» e contiene i dati relativi a: Collectio Psalterii (CPL 1371); De locis sanctis (CPL 2333); Nomina locorum ex Hieronymi et Flavi Iosephi collecta opuscolis (CPL 1346a); Nomina regionum atque locorum de Actibus apostolorum (CPL 1359). La seconda parte si intitola «Bible: Chapter Division and Prologues» e comprende: Capitula lectionum ai libri della Bibbia e ciascun Prologus bediano alle epistole paoline. La terza sezione si intitola «Bible: Commentaries» e comprende: Commentarius in Genesim; De tabernaculo (CPL 1345; Oxford, Bodl. Libr., Bodl. 385 e Bodl. 479; Trinity Coll., 28; Salisbury, Cathedral Libr., 165; Oslo and London, The Schøyen Collection, 76); Commentarius in primam partem Samuhelis (CPL 1346); In Regum librum XXX quaestiones (CPL 1347; Cambridge, Pembroke Coll., 81); De templo (CPL 1348; Cambridge, Pembroke Coll., 81); Commentarius in Ezram et Neemiam (CPL 1349); Commentarius in Tobiam (CPL 1350; Oxford, Bodl. Libr., Hatton 23); Commentarius in Proverbia (CPL 1351; Oxford, Bodl. Libr., Bodl. 819; Windsor Castle, St George's Chapel, 5); Commentarius in Cantica canticorum (CPL 1353); Commentarius in Canticum Habacuc (CPL 1354; Cambridge, Pembroke Coll., 81); VIII quaestiones (CPL 1364); Commentarius in Marcum (CPL 1355; Worcester, Cathedral Libr., F 92, F 93 e F 94; Cambridge, UL, Kk.4.13; Pembroke Coll., 23, 24 e 83; Canterbury, Cathedral Libr. and Archives, Add. 127/1; Lincoln, Cathedral Libr., 158 e 182; London, BL, Royal 2.C.III; Cambridge, UL, Ii.2.19; Durham, Cathedral Libr., A.III.29; London, BL, Harley 652; Salisbury, Cathedral Libr., 37 e 179; Oxford, Bodl. Libr., Bodl. 218; Hannover, Kestner-Museum, Culemann I. 71/72; Durham, Cathedral Libr., B.II.2); Retractatio in Actus apostolorum (CPL 1358); Collectio ex opusculis Augustini in epistolas Pauli (CPL 1360); Commentarius in epistolas septem catholicas (CPL 1362; Cambridge, UL, Gg.4.15; Oxford, Bodl. Libr., Bodl. 849; Oriel Coll,, 34); Commentarius in Apocalypsim (CPL 1363; Aberdeen, UL, 216; Durham, Cathedral Libr., A.IV.28; London, Lambeth Palace, 149; Oxford, St John's Coll., 89; Paris, BNF, lat. 10400). La quarta sezione si intitola «Bible: Homilies» e tratta dell'omeliario (CPL 1367; Lincoln, Cathedral Libr., 182) e le singole omelie, che risultano citate soprattutto nei testi omiletici elfriciani (Worcester, Cathedral Libr., F. 92, F. 93 e F. 94; Cambridge, UL, Ii.2.19 e Kk.4.13; Lincoln, Cathedral Libr., 158; London, BL, Harley 652, Harley 3020; Royal 2.C.III; Durham, Cathedral Libr., B.II.2 e A.III.29; Cambridge, Pembroke Coll., 23 e 24; Canterbury, Cathedral Libr. and Archives, Add. 127/1; Salisbury, Cathedral Libr., 179). La quinta sezione comprende le lettere: Liber epistolarum; Epistolae ad Accam (Cambridge, Pembroke Coll., 81 e 83; Oxford, Bodl. Libr., Bodl. 218; Salisbury, Cathedral Libr., 37); Epistola ad Albinum; Epistola ad Ceoluulfum [Hist. eccl.] (Cambridge, UL, Kk.5.16; CCC, 270; Trinity Coll., R.7.5; Durham, Cathedral Libr., B.II.35; London, BL, Royal 13.C.V; Oxford, Bodl. Libr., Bodl. 163 e Hatton 43; Winchester, Cathedral Libr., 1; Sankt-Peterburg, Rossijskaja Nacional'naja Bibl., Q.v.I.18); Epistola ad Eadfridum [Vita Cuth.] (Cambridge, CCC, 183; London, BL, Cotton Vitellius A. XIX; Harley 1117; Oxford, Bodl. Libr., Bodl. 109 e Bodl. 596; Paris, BNF, lat. 5362); Epistola ad Ecgberctum; Epistola ad Gregorium papam [Hist. abbatum] (London, BL, Harley 3020); Epistola ad Helmualdum; Epistola ad Huaetberctum [Temp. rat.] (Aberdeen, UL, 216; Durham, Cathedral Libr., A.IV.28; London, Lambeth Palace Libr., 149; Oxford, St. John's Coll., 89; Paris, BNF, lat. 10400; Cambridge, CCC, 291; London, BL, Royal 12.D.IV e Royal 15.B.XIX; Salisbury, Cathedral Libr., 158); Epistola ad Iohannem [Vita Cuth. metr.] (Cambridge, CCC, 183; London, BL, Cotton Vitellius A. XIX; Harley 526; Harley 1117; Oxford, Bodl. Libr., Bodl. 109 e Digby 175; Vat. Reg. lat. 204); Epistola ad Naitonum [a nome di Ceolfrido in Hist. eccl.] (Cambridge, UL, Kk.5.16; Trinity Coll., R.7.5; Durham, Cathedral Libr., B.II.35; London, BL, Cotton Tiberius C. II e Royal 13.C.V; Oxford, Bodl. Libr., Bodl. 163 e Hatton 43; Winchester, Cathedral Libr., 1; Kassel, Gesamthochschulbibl., Theol. 4° 2; Sankt-Peterburg, Rossijskaja Nacional'naja Bibl., Q.v.I.18); Epistola ad Nothelmum [Quaest. Reg.] (Cambridge, Pembroke Coll., 81); Epistola ad Pleguinam; Epistola ad sororem [Cant. Habacuc] (Cambridge, Pembroke Coll., 81); Epistola ad Wicthedum (Cambridge, CCC, 291; London, BL, Royal 13.A.XI). La sesta sezione è intitolata «Lost Works», mentre la settima e ultima parte riguarda il Martyrologium (CPL 2032; St Gallen, Stiftsbibl., 451). (Marusca Francini)
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