Già all'inizio del XII secolo all'interno degli ambiti monastici hanno origine le prime raccolte dedicate ai
miracula mariani, genere letterario che consiste in racconti di apparizioni, grazie, conversioni, con lo scopo di formare i giovani monaci nell'esercizio della predicazione all'interno delle proprie comunità. Accanto ai miracoli trovano posto nella predicazione gli
exempla, racconti brevi sulle verità religiose e morali. L'origine e lo sviluppo del genere letterario si ha già dal VI-VII sec. Il primo a riportare alcuni miracoli mariani fu Gregorio di Tours negli
Octo libri miraculorum, in seguito Gregorio Magno nei
Dialogorum libri IV, poi Pascasio Radberto nel libro
De corpore et sanguine Domini. È nel XII secolo che alcuni autori scrivono in maniera organica i racconti dei miracoli della Vergine; l'A. ricorda le
Orationes di Anselmo di Canterbury, il
Sigillum sanctae Mariae di Onorio Augustodunense, il
De laude sanctae Mariae di Guiberto de Nogent e il
De miraculis sanctae Mariae Laudunensis libri tres di Ermanno di Tournai. Nella seconda metà del XII secolo le raccolte di miracoli mariani sono di autori benedettini riformati: Gualtiero di Cluny (
De miraculis Mariae) e Guglielmo di Malmesbury (
De laudibus et miraculis sanctae Mariae). Raccolte di miracoli attribuiti a Maria si trovano anche tra i Cisterciensi un esempio è il
Dialogus miracolorum di Cesario di Heisterbach che riporta storie e apparizioni della Vergine già da tempo diffuse negli ambienti monastici dell'Ordine. Dall'analisi delle raccolte di
miracula emerge l'azione mediatrice e salvifica di Maria.
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