Già apparso in
Abbon, un abbé de l'an mil Turnhout 2008 pp. 389-404 (cfr. MEL XXXI 5662). L'A. individua gli elementi precipui della stilistica di Abbone, che caratterizzano le
Epistolae, l'
Apologeticus e la
Passio Edmundi, specialmente alla luce della produzione di autori contemporanei legati al milieu di Fleury, allo scopo di mostrare come lo stile di Abbone costituisca un momento di equilibrio rispetto al passato e al futuro. L'A. osserva che la corrispondenza epistolare di Abbone non è caratterizzata dall'uso di parole rare e di iperbati, inoltre contiene raramente perifrasi e
annominationes. Fondamentali sono invece le frequenti citazioni da autori classici o biblici, che assumono il valore di
sententiae (procedimento tipico dell'
ars dictandi). L'
Apologeticus spicca specialmente per l'equilibrio delle frasi, che lasciano intravedere il ritmo della prosa monastica tipica del secolo XII: Abbone ricorre ai
colores come il
similiter desinens, alle assonanze, alle antitesi, alle allitterazioni, talvolta alla rima (espediente molto diffuso nella prosa dei secoli X e XI); tuttavia gli espedienti retorici sono usati con parsimonia. Lo stile di Abbone emerge chiaramente grazie al confronto con i
Miracula sancti Benedicti di Adrevaldo di Fleury: se si osserva il preambolo ai I libro, scritto nel secolo IX, si nota una prosa più ambiziosa, la ricerca di parole inconsuete, l'uso dell'ipallage, di perifrasi, di litoti, di omoteleuti, di domande retoriche, di metafore e raramente della rima. L'A. poi osserva come lo stile di Aimone sia più vicino a quello di Abbone. I
Miracula sancti Benedicti e l'
Historia Francorum sono infatti caratterizzati da uno stile elegante (l'appello alla
annominatio o alla perifrasi e un uso parsimonioso ma singolare della rima, impiegata di preferenza nei discorsi diretti). La generazione successiva compone un prosa più complessa e ridondante, rimata, ambiziosa, con termini rari, metafore, alla costante ricerca dell'effetto retorico. L'uso della rima è definito dall'A. quasi smodato, con clausole isosillabiche, rime di accumulazione. In particolare si fa riferimento alla
Vita Roberti di Helgaldus di Fleury, alla
Vita Gauzlini e ai
Miracula sancti Benedicti di Andrea di Fleury. Ultimo termine di paragone è costituito dai
Miracula sancti Benedicti di Rodolfo Tortario. (Elisabetta Bartoli)
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