Il nono volume del
Catalogus translationum et commentariorum, impresa fondata nel 1960 da P.O. Kristeller, comprende le schede sulla fortuna e i commenti di un autore greco, Epitteto, e di tre che scrissero le loro opere in latino, Gregorio di Tours Gaio Plinio Cecilio Secondo e Properzio; a ciò si sommano aggiornamenti e correzioni sulle seguenti voci, uscite in precedenti volumi: Ps. Cebete, Pomponio Mela, Silio Italico e Giulio Solino. Nella scheda di G. Boter su Epitteto, tra le traduzioni e i commenti delle
Dissertationes che rientrano nell'ambito cronologico di interesse, vi è soltanto la traduzione parziale ad opera di Carlo Valgulio (realizzata intorno al 1500). Per quanto riguarda invece l'
Enchiridion, si devono ricordare la versione di Niccolò Perotti e quella di Angelo Poliziano. Della ricca voce di L.A. Ciapponi su Plinio il Giovane, vanno menzionati il commento al
corpus delle
Epistolae e al
Panegirico curato da Giovanni Maria Cattaneo (stampato per la prima volta nel 1506), quello parziale dell'epistolario a cura di Adriano Cornelio Barlando (1516) e infine quello al solo
Panegirico di Iacopo Locher Philomusus (1520 ca.). Lo studio di J.J. Contreni su Gregorio di Tours, è incentrato esclusivamente sulla fortuna dell'opera dal medioevo all'età moderna e registra tutte le edizioni e traduzioni realizzate in questi secoli. La sezione su Properzio, curata da D.F.S. Thomson, analizza tra gli altri i commenti di Giovanni Giovio Pontano (conservati in due codici autografi: València, BU, 725, datato al 1460; e Berlin, SB, lat. fol. 500, dove anche il testo dell'elegiaco romano è copiato dal Pontano); quello anonimo, collocabile verso la metà del Quattrocento, trasmesso da due codici, Sankt-Peterburg, Rossijskaja Nacional'naja Bibl., Cl. lat. Q.v.12 (del 1463) e Salamanca, BU, Ms. 245 (1464); un secondo commento anonimo, parziale, databile sempre alla metà del sec. XV (Vat. Chig. H.IV.137); il commento ad opera di Pacifico Massimi da Ascoli Piceno (1467); un ulteriore commento anonimo tradito dal Vat. lat. 1611 (codice di fattura romana del secolo XV); l'
Elucubratio in quaedam Propertii loca quae difficiliora videbantur di Domizio Calderini; le note di commento riversate da un ignoto autore nei margini del Vat. lat. 1612 (secolo XV seconda metà); il commento di Filippo Beroaldo senior (1487); e infine quelli di Antonio Volsco (1488) e Francesco Pucci, allievo del Poliziano. (Rino Modonutti)
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