L'edizione critica presenta due testi pseudofalcandiani che si configurano come fonti preziose per ricostruire gli avvenimenti del regno normanno di Sicilia nell'età dei due Guglielmi (1154-1169). Entrambe le opere vengono considerate prodotto di uno stesso autore e sono pubblicate nell'ordine presumibile di stesura: prima l'opera storica del
De rebus e poi l'
Epistola. Nell'introduzione l'A. propone una ricostruzione della figura dell'autore e una sua individuazione biografica, dedicando un intero paragrafo, il terzo, alla questione attributiva: se Ugo Falcando è Ugo di Saint-Denis o Guglielmo di Blois e protendendo maggiormente per quest'ultimo. Sempre nella parte introduttiva sono descritti i testimoni, sia quelli manoscritti (V: Vat. lat. 10690,
De rebus ff. 12r-54v,
Epistola ff. 1r-12r; A: Paris, BNF, lat. 6262,
De rebus ff. 1r-54r,
Epistola ff. 54r-58v; C: Paris, BNF, lat. 5150,
De rebus ff. 66v-104v,
Epistola ff. 64r-66v; B: Paris, BNF, lat. 14357,
De rebus ff. 33r-56v,
Epistola ff. 56v-58v; D: Paris, BNF, lat. 4848A), sia quelli a stampa (p:
editio princeps Paris 1550), specificando le dinamiche geografiche della tradizione e le traduzioni avviate a partire dal XVI secolo. L'A. passa poi a presentare l'edizione critica per quel che concerne: il titolo (sia il
De rebus sia l'
Epistola ne risultano privi); la struttura dei paragrafi (nella tradizione manoscritta è un aspetto controverso e viene schematizzato con una tabella nella quale sono individuati 59 capitoli divisi, su base sintattica, in paragrafi); lo
stemma codicum; i criteri di resa ortografica; le fonti letterarie; a tal riguardo l'A. sottolinea l'estesa e profonda erudizione dell'anonimo: Cicerone, Livio, Sallustio, Virgilio (
Aeneis), Ovidio (
Metamorphosen libri e
Tristia), Lucano (
Pharsalia), Persio e Terenzio, per le citazioni classiche; Agostino, Beda (
In Lucae Evangelium expositio)
, Rufino d'Aquileia (
Eusebii historiae ecclesiasticae continuatio), Gregorio Magno e Boezio (
De consolatione philosophiae), per quelle tardoantiche; Pietro di Blois, Bernardo di Chiaravalle, Sigeberto di Gembloux, Elredo di Rievaulx, Filippo di Harvengt, Guglielmo di Malmesbury, per quelle anglonormanne; il
Decretum di Graziano e le Assise di Ariano, per quel che concerne le fonti giuridiche. Precede i testi una sezione inerente alle abbreviazioni e alla bibliografia, mentre di seguito sono poste le note di commento, anche di natura storica ma che, come sottolineato dall'A. nella premessa all'edizione, non si identificano come commenti storici puntuali, ma come notizie biografiche (e bibliografiche) essenziali sugli aspetti cronologici e antropo-toponomastici della narrazione. Incrociando le relazioni dell'anonimo sugli aspetti della vita curiale e politica del regno con i dati delle numerose ricerche diplomatiche, infatti, è possibile muoversi da un punto di partenza filologicamente documentato per studiare l'evoluzione della classe dirigente, delle fazioni politiche e della stratificazione sociale nel regno di Sicilia, e nell'isola in particolare, nella seconda metà del secolo XII.
(Francesca Trebino)
Riduci