Il volume pubblica la dissertazione dottorale dell'A., discussa nell'a.a. 2016-17 presso la Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco di Baviera e dedicata a una raccolta anonima di lettere realizzata a Tegernsee nel XV secolo, finora mai studiata dalla critica. La corposa raccolta include circa 450 epistole, di cui nel presente volume l'A. cura il regesto, ed è tradita dal solo testimone München, BSB, Clm 19697, che viene descritto nel dettaglio, essendo anch'esso per la prima volta indagato in modo sistematico. A preambolo dell'indagine, dunque, il breve stato dell'arte riguarda in generale l'epistolografia e l'
ars dictaminis tardo medievali e le forme di spiritualità della Devotio moderna. I contenuti e le forme delle lettere incluse in questo epistolario sono l'oggetto dello studio, che si interroga sulla funzione didattica della raccolta, ma nel contempo anche sul valore di testimonianza storica dei singoli pezzi in essa inclusi. Il codice viene anche confrontato con altri esempi di raccolte pressoché contemporanee, che in quanto tradizioni per così dire parallele si rivelano un utile termine di paragone. In questo senso la raccolta viene anche raffrontata, in prospettiva diacronica, con analoghi epistolari, che possono includere tanto lettere reali quanto modelli di scrittura. Anzi, a questo proposito l'A. si sofferma anche sul problema letterario e in parte metodologico della considerazione degli esempi fittizi di lettere, discutendo della loro unità sia interna sia nel
corpus, nonché del fenomeno molto diffuso nel medioevo per il quale epistole autentiche assurgevano a modelli letterari (fra gli altri si porta come esempio l'epistolario di Pier della Vigna). Viene dato spazio anche agli scritti posti in appendice all'epistolario: innanzi tutto la
Lucerna dictaminis dell'aquileiese Giovanni Bondi (secolo XIII), opera rara e poco studiata, che nel manoscritto di Tegernsee viene copiata per estratti, come mostra il confronto con il testimone dell'opera München, BSB, Clm 9683. Altri frammenti di ulteriori opere di Bondi trovano posto nel codice (
Flores regularum super arte et usu dictaminis,
Theorica dictaminis,
Practica sive usus dictaminis,
Libellus de epithetis e
De modis exordiendi), dove poi seguono altri testi epitomati. Una prima
ars dictandi per excerpta al f. 212v, costituita da alcuni schemi-guida di
salutationes e una cinquantina di lettere-modello afferenti all'ambiente dell'Università di Vienna della prima parte del XV secolo (si citano anche la Boemia, Praga e Colonia e diverse personalità di spicco del tempo, fra cui papa Martino V e Venceslao di Lussemburgo). Una nuova
ars dictandi per excerpta inizia al f. 222r, ugualmente principiata da uno schema di
salutationes, quindi seguita da brevi sezioni sull'
exordium e la
narratio, completata da un elenco alfabetico di
exordia e da una esemplificazione di
narrationes. Gli escerti delle singole lettere in questa sezione (dal f. 222r) corrispondono al capitolo dedicato ai titoli del codice München, BSB, Clm 17272, f. 10v, così come le
conclusiones del f. 228r corrispondono al capitolo dedicato ai saluti del medesimo codice, f. 40v. La struttura di questa
ars dictandi e le corrispondenze con altri testimoni consentono di affermare che nel manoscritto Clm 19697 il testo è fortemente abbreviato. Al f. 228v segue una seconda raccolta di lettere-modello, formata da circa 35 pezzi tratti dal
Tractatus principalis de coloribus rhetoricis, una antologia che si ritrova nel codice Clm 17272 e in modo parziale nel Clm 14111; in questi e nei manoscritti München, BSB, Clm 11799 e Clm 27415 si trovano testi retorici in qualche modo collegabili a questa raccolta di 35 pezzi. Le ultime lettere incluse in questa raccolta (f. 234r-v) risultano non identificabili: l'unico indizio deducibile dai contenuti è l'origine delle lettere nell'ambiente del monastero di Neuburg a.d. Donau. L'ultimo testo del manoscritto è una copia della
Summa Iovis comprensiva di commenti, seguita da un testo poco riconoscibile che l'A. descrive come un frammento o una possibile sequenza di frammenti e di cui riporta l'incipit e l'explicit. Un'ulteriore sezione del volume considera il contesto spirituale del XV secolo, caratterizzato dal movimento di riforma monastica originatosi a Melk e recepito dal 1426 anche a Tegernsee, che anzi diventa una delle fondazioni di riferimento per la diffusione delle istanze di rinnovamento. Tale clima culturale trova analogie anche negli ambienti umanistici e nella Devotio moderna: l'A. mostra come i principali autori e scritti di questa corrente spirituale trovino accoglienza e diffusione anche a Tegernsee. Oltre al testimone principale, l'A. considera anche la tradizione frammentaria e parziale dell'epistolario: München, BSB, Clm 4432; Clm 18937; Clm 18610; Clm 14111; Melk, Stiftsbibl., 778; 1605; 1767; London, BL, Add. 21146. (Marianna Cerno)
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