L'A. propone una serie di osservazioni sulla recente ... Leggi tutto

L'A. propone una serie di osservazioni sulla recente edizione critica della terza redazione del Comentum di Pietro Alighieri, curata da M. Chiamenti a coronamento di un lavoro pluriennale avviato sotto la guida di F. Mazzoni. Il testo rimasto finora in effetti inedito (Pietro Alighieri Comentum super poema Comedie Dantis. A Critical Edition of the Third Draft of Pietro's Alighieri's Commentary on Dante's The Divine Comedy Tempe, AZ, Arizona Center for Medieval and Renaissance Studies 2002)è descritto dall'A. Dopo un selettivo elenco delle abbreviazioni e della bibliografia, l'introduzione si apre con una nota biografica su Pietro Alighieri, in cui è indicato l'arco cronologico in cui questi attese alla stesura del commento (1337-1364), a cui è giustamente assegnato il titolo di Comentum e non di Comentarium. Il capitolo successivo, «The Transmission of the Text», dedicato alla trasmissione manoscritta e a stampa delle tre redazioni del Comentum, tutte attribuite a Pietro, indicate con le lettere greche alfa, beta, gamma. Segue l'elenco dei manoscritti che testimoniano la versione alfa della prima redazione, scritta in Verona nel 1339-1341; vengono quindi elencati i codici della seconda redazione, che godette di una certa foruna nell'Italia meridionale; la terza redazione si conserva invece in una tradizione alquanto esile (ca. 1353-1364). Il terzo capitolo intende illustrare la sequenza redazionale. Il quarto presenta alcuni luoghi in cui Pietro mostra di scegliere, fra le lezioni del poema paterno a lui disponibile, quella che gli pare essere la migliore (lavorò tenendo sul banco più codici). Il capitolo quinto è un'indagine sulla biblioteca privata del figlio di Dante. La conclusione cui è giunto il Chiamenti è che Pietro fece uso della biblioteca capitolare di Verona e della sua incredibile collezione di manoscritti. I rimandi ad auctoritates latine classiche e medievali documenta la conoscenza da parte di Pietro di Isaia, delle Etymologiae isidoriane, del Decretum Gratiani, del De vera et falsa poenitentia dello pseudo-Agostino, delle Satire giovenaliane, delle Quaestiones Veteris et Novi Testamenti dello pseudo-Agostino, dell'Epistola CXXI di Gerolamo, delle Sententiae di Pietro Lombardo, del Commento di Accursio al Digestum Novum, dell'Ecclesiaste, dei Topica di Cicerone, di Macrobio (Saturnalia e Commento al Somnium Scipionis), di Pietro Comestore, di Tommaso d'Aquino, di Ugo da San Vittore, di Alberto Magno, di Vincenzo di Beauvais, della Monarchia paterna.
Riduci

L'A. analizza la struttura dell'Arbor scientiae ... Leggi tutto

L'A. analizza la struttura dell'Arbor scientiae lulliano: dapprima fornisce uno schema dei sedici alberi che compongono l'opera ed una tabella in cui è riportato l'alfabeto dell'arte lulliana; in seguito mostra le relazioni fra l'Arbor scientiae, inteso come enciclopedia del sapere, e l'arte di Lullo. Le radici degli alberi infatti corrispondono spesso ai principi dell'ars, ed inoltre ogni albero è sistematicamente collegato ad un altro, formando così una struttura compatta. L'A. esamina nei dettagli le relazioni fra i vari alberi e le varie parti di essi (radici, tronco, rami, foglie, fiori e frutti), mostrando come essi siano legati in senso verticale (dalle radici ai frutti), in senso orizzontale (attraverso la corrispondenza di parti simili in alberi diversi) ed attraverso il meccanismo dell'arte combinatoria (come succede anche nel Liber de gentili e nell'Arbor philosophiae amoris). L'A. prende in considerazione anche i vari capitoli sulle cento forme, una lista di concetti che compare per la prima volta nell'Arbor scientiae ma che resterà nella struttura dell'arte lulliana, e del meccanismo di quaestiones ed exempla fornito da Lullo nell'Arbor. L'A. conclude infine sottolineando la vastità dell'opera, edita nella ROL in 3 vol., di cui l'Arbor quaestionalis occupa il 41% (si evince da qui l'importanza delle metodologie dialettiche per Lullo, che le aveva probabilmente riprese dai Topica di Aristotele, da Cicerone e da Boezio); l'uso del simbolismo dell'albero, che ritorna anche in altre opere lulliane, a volte con diverse accezioni (nella Logica nova è assimilato all'albero di Porfirio); la differenza dell'Arbor scientiae dalle varie opere enciclopediche del tempo; l'idea lulliana di una scienza unitaria (arbor scientiae e non scientiarum) seppur articolata in varie discipline; infine l'A. fa notare come l'Arbor scientiae sia un'opera in cui le analogie metaforiche che Lullo espone si saldano alla struttura della realtà e diventano reali relazioni fra le varie parti dell'universo. (Eleonora Buonocore)
Riduci

L'A. approfondisce il tema della quaestio a ... Leggi tutto

L'A. approfondisce il tema della quaestio a partire da Boezio, che nei Topica Ciceronis parla di propositio dubitabilis. Questo genere letterario nasce durante il passaggio dell'insegnamento dai monasteri all'università e trova una grande diffusione grazie alle opere di Gilberto di Poitiers e di Abelardo (Sic e non). Il primo, sulla scia dell'insegnamento della Rhetorica ad Herennium, definisce nel commento al De trinitate di Boezio due tipi di quaestio: quaestio informis e quaestio formata, mentre il secondo ritiene la dialettica instrumentum disserendi ac disputandi, mezzo fondamentale per distinguere il vero dal falso in relazione al credo ut intelligam.
Riduci

Descrizione dei mss. provenienti dalle biblioteche ... Leggi tutto

Descrizione dei mss. provenienti dalle biblioteche dei monasteri di Santa Scolastica e del Sacro Speco, riunite poi prima del 1579 (come testimoniato dalla Chronica Sublacense di Guglielmo Capisacchi) in una sola. Il catalogo è preceduto da un'introduzione in cui vengono illustrate le vicende storiche delle due biblioteche e della loro attività scrittoria, di cui si ha notizie solo a partire dal secolo XI, in quanto riguardo i secoli precedenti non sono rimaste testimonianze scritte a causa delle invasioni e delle devastazioni che si abbatterono sui monasteri sublacensi. Una fonte importante riguardo lo scriptorium sublacense è l'anonimo Chronicon Sublacense, la cui parte più antica risale al sec. XII, dove vengono elencati i volumi fatti copiare dagli abati Pietro II (992-1003), Giovanni I e Umberto, Giovanni V (1068-1120). Il fondo manoscritto delle due biblioteche ha subito una dispersione, per cui alcuni codici si trovano attualmente conservati in biblioteche romane, come la Biblioteca Vallicelliana o la Chigiana, ed estere. La biblioteca conserva bibbie (mss. 63, LXI; 81, LXXIX; 108, CII; 62, LX; 72, LXX; 110, CIV; 94, LXXXIX; 62, LX; 54, LII; 80, LXXVIII), lezionari, breviari, omeliari e leggendari (mss. 38, XXXVI; 27, XXV; 30, XXVIII; 1, I; 4, IV; 10, X; 17, XVI; 24, XXII; 31, XXIX; 32, XXX; 3, III; 25, XXIII; 2, II), messali (mss. 19, XVIII; 34, XXXII; 45, XLII; 47, XLV; 85, LXXXIII), una copia del Martyrologium di Usuardo (ms. 110, CIV), le opere dei padri dei secoli antichi e tardo antichi (Origene, Girolamo, Agostino, Ambrogio, Cassiodoro Expositio Psalmorum [ms. 65, LXIII], Girolamo pseudo Breviarium in Psalmos [ms. 9, IX], Cassiano De coenobiorum institutis e Collationes [ms. 7, VII], Regula sancti Pachomii nella traduzione latina di Girolamo [ms. 7, VII], Basilio Regula ad monachos [ms. 7, VII], Agostino Regula ad servos Dei e De opere monachorum [ms. 7, VII]), la Regula Benedicti (mss. 62, LX e 82, LXXX) e alcuni commenti a questa (Pietro Bohier Commentarium in regulam sancti Benedicti [mss. 82, LXXX; 14, XIII; 61, LIX; 73, LXXI], Bernardo Aiglerio Expositio in regulam sancti Benedicti e Speculum monachorum [ms. 93, LXXXVIII]), alcune opere dei Padri di epoca altomedievale (Gregorio Magno Moralia in Iob [mss. 5, V e 42, XL], Dialogi [ms. 76, LXXIV] e Homiliae in Hiezechihelem [ms. 106, C], Beda Expositio in Lucae Evangelium [ms. 16, XV]), esemplari di testi classici (come il frammento delle Noctes Atticae di Aulio Gellio, ms. 70, LX e quello del De differentiis di Cicerone ms. 75, LXXXIII, Institutiones grammaticae di Prisciano ms. 107, CI), opere di diritto canonico e civile (Giovanni de Deo Commentum arboris de consanguinitate et affinitate per compendium versificatum [ms. 6, VI], Bonifacio VIII Liber sextus Decretalium con la glossa ordinaria di Giovanni d'Andrea [mss. 6, VI e 18, XVII], Goffredo da Trani Summa super titulis Decretalium [ms. 11, Xbis], Graziano Decretum [ms. 35, XXXIII], Gregorio IX Decretales [ms. 28, XXVI], Giovanni d'Andrea Summula super quarto libro Decretalium e Lectura arboris consanguinitatis et affinitatis [ms. 13, XII], Gregorio IX Decretales con il commento di Bernardo da Parma [mss. 13, XII e 20, XVIIIbis], Innocenzo IV Novellae Decretales [ms. 20, XVIIIbis] e Apparatus in Decretales [ms. 21, XIX], Papia Elementarium doctrinae rudimentum [ms. 60, LVIII], Uguccione Summa decretorum [ms. ms. 75, LXXIII], Gerardo di Rheinau Defensorium iuris [ms. 82, LXXX], Enrico di Assia De proprietate [ms. 111, CVIII], Benedetto XII Constitutiones [ms. 111, CVIII], Giustiniano Digestum vetus [ms. 15, XIV], Institutiones [62, LX]), bolle pontificie di Onorio III [ms. 7, VII], Giovanni XXII [ms. 18, XVII], Innocenzo III [ms. 20, XVIIIbis] e Benedetto XII [ms. 82, LXXX]), opere omiletiche di Cesario di Arles (Sermones [ms. 25, XXIII]), Innocenzo III (Sermones [mss. 29, XXVII; 96, XCI]), Bernardo di Chiaravalle (Sermones de diversis [mss. 67, LXV; 29, XXVII] e Sermones super Cantica canticorum [ms. 105, XCIX] e anche le Epistolae [mss. 29, XXVII; 67, LXV]) e Pietro Damiani (Sermones [ms. 76, LXXIV]), miscellanee di argomento morale, filosofico, teologico e trattati di diverso genere (Guglielmo Peraldo Summa de vitiis et virtutibus [ms. 46, XLIV], Bartolomeo di San Concordio Summa de casibus conscientiae [ms. 53, LI], Bonaventura da Bagnoregio Tractatus de praeparatione ad missam [ms. 73, LXXI], Ubertino da Casale Arbor vitae [ms. 43, XLI], Berengario di Tours De eucharistia [ms. 64, LXII], Marbodo di Rennes Liber de gemmis [ms. 70, LXVIII], Alano di Lilla Summa de arte praedicatoria [ms. 70, LXVIII], Onorio Augustodunense Gemma animae [ms. 73, LXXI], Ugo di Saint-Cher Tractatus super Missam sive Speculum ecclesiae [ms. 73, LXXI], Guglielmo Peraldo De professione monachorum [ms. 73, LXXI], Umberto di Romans Epistola de tribus votis substantialibus religiosorum [ms. 73, LXXI], Thomas Waleys Expositio in libros I-X De civitate Dei, addita continuationes Nicolai Trevet a l. X [ms. 84, LXXXII], Ludolfo di Sassonia Meditationes vitae Iesu Christi [mss. 86, LXXXIV; 87, LXXXV; 88, LXXXVI; 89, LXXXVII; 90, CV; 91, CVI; 92, CVII], Smaragdo Diadema monachorum [ms. 97, XCII], Bernardo da Parma Tractatus de officio missae [ms. 100, XCV], Corrado di Waldhausen Pars postille estivalis [ms. 101, XCVI], Ugo di Folieto De claustro animae [ms. 102, XCVIbis], Ugo Ripelin Compendium theologicae veritatis [ms. 109, CIII], Giovanni Climaco Scala paradisi [ms. 112, CIX] e Isaac de Syria Liber de contemptu mundi nella traduzione di Angelo Clareno [ms. 112, CIX]), commenti alla Bibbia (Nicola di Lyra Postilla super Epistolam ad Hebraeos [ms. 49, XLVII], Pietro Lombardo Commentarius in Psalmos Davidicos [ms. 51, XLIX], Bruno di Segni Expositio in Pentateuchum [ms. 55, LIII], Bonaventura da Bagnoregio Commentaria in secundum librum Sententiarum magistri Petri Lombardi [ms. 56, LIV], Pietro Lombardo Sententiarum libri quattuor [ms. 57, LV], Innocenzo V Postillae super epistolas Pauli [ms. 58, LVI], Odone di Asti In Psalmos expositio [ms. 95, XC]) e a opere aristoteliche (Guido Vernani Sententia librorum Ethicorum Aristotelis [ms. 26, XXIV]), opere storiche (Eusebio di Cesarea Historia ecclesiastica secondo la traduzione latina di Rufino [ms. 50, XLVIII], Pietro Comestore Historia scholastica [mss. 52, L; 113, CX], Isidoro Chronica [ms. 62, LX], Martino Polono Chronicon pontificum et imperatorum [ms. 103, XCVII]), opere mediche (Galeno De complexionibus, De crisibus libri, De iuvamento anhelitus e De iuvamento membrorum [ms. 59, LVII]), lessici (mss. 83, LXXXI; 8, VIII; 70, LXVIII), il corpus dello pseudo Dionigi [mss. 112, CIX; 29, XXVII; 67, LXV], alcune opere di Tommaso d'Aquino (Catena aurea [ms. 39, XXXVII], Quaestiones disputatae de potentia, de anima, de malo [mss. 78, LXXVI; 79, LXXVII]), concordanze bibliche (mss. 62, LX; 70, LXVIII; 81, LXXIX; 84, LXXXII) e tabulae (ad es. le Distinctiones alphabeticae di Nicola di Gorran [ms. 77, LXXV]), inventari dei documenti del monastero sublacense (ms. 62, LX). Il vol. è corredato di bibliografia e degli indici dei manoscritti, dei manoscritti datati, di autori e opere, degli incipit delle opere anonime, dei palinsesti e delle tavole. (Fabiana Boccini)
Riduci

La tradizione medievale di indicare come topica ... Leggi tutto

La tradizione medievale di indicare come topica i contenuti di cui si occupa la dialettica risale a informazioni per lo più frammentarie dedotte da fonti tardo-antiche. Nell'illustrare in compendio gli insegnamenti delle arti liberali, tali fonti si preoccupavano di fornire una materia di competenza a ciascuna arte, riservando al termine topica quella valenza che in Aristotele era già propria delle categorie. A ogni modo, l'alto medioevo non recepisce tale nome dalla scuola peripatetica (a causa della mancata circolazione in Occidente dei Topica aristotelici) quanto piuttosto dall'omonimo testo ciceroniano, in cui i vari loci sono corredati di istruzioni sulla casistica in cui è più opportuno l'utilizzo dell'una o dell'altra strategia argomentativa. Un intento pratico-didattico è dunque alla base dell'opera. Alla topica spetta il compito di informare la ratio dell'oratore, con il fine precipuo di accattivarsi la benevolenza dell'uditorio. La dimensione persuasiva del discorso, in tale senso, non è secondaria o derivativa rispetto a quella più propriamente veritativa. In Boezio, del resto, troveremo proprio una distinzione volta a mettere in luce due possibili tipologie di fides accordata all'oratore: quella basata sull'adesione emotiva e quella che invece scaturisce dal consenso argomentativo, scientificamente rigorosa. In tale senso è da intendersi la distinzione operata tra retore e dialettico, proprio sulla base delle applicazioni dei topoi e, rispettivamente della persuasione o della convinzione dell'uditorio. Se a Boezio va il merito della fortuna dei Topica ciceroniani nell'alto medioevo, in età carolingia sarà Scoto Eriugena a farsi interprete della tradizione dialettica (ormai deputata, come disciplina del trivio, alla verifica della correttezza formale del discorso). Nel De praedestinatione liber un programmatico uso della dialettica (informato da Agostino, per quanto riguarda i contenuti) è finalizzato alla confutazione delle tesi di Godescalco di Orbais riguardo alla predestinazione. In particolare, gli argomenti di maggior forza sono quelli che poggiano sulle più elementari regole della verità logica, come il principio ex toto o ex definitione. Ma uno dei più significativi esempi di applicazione della topica di tutto il medioevo rimane sicuramente la cosiddetta prova ontologica di Anselmo. Più correttamente, bisognerebbe prestare attenzione alla locuzione che egli utilizza: l'argumentum in quanto contrapposto alla concatenatio multorum argumentorum, basando la sua prova dell'esistenza di Dio sulla struttura formale del terzo sillogismo ipotetico. (Nicola Polloni)
Riduci

La figura di Desiderio abate di Montecassino, e dal ... Leggi tutto

La figura di Desiderio abate di Montecassino, e dal 1059 cardinale, è di fondamentale importanza all'interno del processo di avvicinamento tra chiesa romana e Normanni, e questo è visibile anche nei Dialogi de miraculis sancti Benedicti che rivelano l'idea negativa che aveva l'abate dei nuovi dominatori, ma opera dalla quale trapela uno sguardo lucido e consapevole del suo destino ormai inseparabile dagli stessi Normanni e del ruolo spettante al monastero cassinese nel rinnovato contesto politico del Mezzogiorno. Vi sono numerosi letterati cassinesi di età normanna, che è poi dire desideriana, che portano a pieno compimento la tradizione culturale longobardo-cassinese e che fungono da mediatori tra i Longobardi del Sud (i vinti) e i nuovi vincitori normanni. In seno alla folta schiera di letterati locali della seconda metà dell'XI secolo, l'A. traccia le linee fondamentali della vita di due personalità emblematiche che gli permettono di individuare significative convergenze sfocianti in una medesima vocazione monastica e culturale: Alfano arcivescovo di Salerno e il monaco-poeta Guaiferio, entrambi appartenenti alla nobiltà longobarda salernitana ed entrambi clerici seguendo il curriculum delle arti liberali forse nella scuola cattedrale di Salerno. Da sottolineare l'attività letteraria di entrambi che è intessuta su un ordito che costituisce la caratteristica dell'intera storia letteraria cassinese della seconda metà dell'XI secolo e cioè il nuovo fascino per Roma e per i classici (per Alfano si fa riferimento in particolare ad alcuni carmina e all'influenza oraziana, mentre per Guaiferio si ricordano le agiografie di Secondino e Lucio). Nell'ultima parte del saggio l'A. delinea i temi fondamentali e gli obiettivi perseguiti da questi uomini di lettere cassinesi, rintracciando tre filoni principali: una letteratura «professionale», un letteratura a servizio della riforma e una letteratura dell'autocelebrazione e quindi dell'autodifesa. L'A. si concentra sulla produzione letteraria di area cassinese durante l'età normanna, dai tempi dell'abate Desiderio fino a Pietro Diacono: di ogni scrittore vengono messe in risalto le principali e più evidenti caratteristiche compositive, contenutistiche e formali. Vengono ricordati Alfano di Salerno e Guaiferio di Montecassino, sui quali l'A. si intrattiene per esaminare il loro rapporto con i classici latini e l'utilizzo che essi ne fecero; la Vita sancti Mennatis di Leone Marsicano; il Lexicon prosodiacum di Alberico da Montecassino, conservato nei mss. Vat. Ottob. lat. 1254 e Montecassino, Bibl. dell'Abbazia, 580; un codice di origine cassinese esemplato nell'ultimo trentennio del sec. XI, attualmente Vat. Ottob. lat. 1406 (una raccolta di testi dialettici che comprende l'Isagoge di Porfirio, i Praedicamenta e il Perì ermeneias di Aristotele nella versione di Boezio, i Topica di Cicerone, il De syllogismis categoricis, il De syllogismis hypotheticis e il Liber divisionum di Boezio), che rivela elementi di contatto con il De corpore Domini adversus Berengarium, trattato di Alberico da Montecassino, per lungo tempo considerato perduto ma recentemente identificato da C. Radding e F. Newton in un libellus conservato nel ms. Aberdeen, UL, 106 (Theology, Rhetoric, and Politics in the Eucharistic Controversy, 1078-1079: Alberic of Monte Cassino against Berengar of Tours New York 2003; cfr. MEL XXIX 140). Cfr. anche MEL XXXI 5674. (Iris Zoratto)
Riduci

L'A. si concentra sulla produzione letteraria di area ... Leggi tutto

L'A. si concentra sulla produzione letteraria di area cassinese durante l'età normanna, dai tempi dell'abate Desiderio fino a Pietro Diacono: di ogni scrittore vengono messe in risalto le principali e più evidenti caratteristiche compositive, contenutistiche e formali. Vengono ricordati Alfano di Salerno e Guaiferio di Montecassino, sui quali l'A. si intrattiene per esaminare il loro rapporto con i classici latini e l'utilizzo che essi ne fecero; la Vita sancti Mennatis di Leone Marsicano; il Lexicon prosodiacum di Alberico da Montecassino, conservato nei mss. Vat. Ottob. lat. 1254 e Montecassino, Bibl. dell'Abbazia, 580; un codice di origine cassinese esemplato nell'ultimo trentennio del sec. XI, attualmente Vat. Ottob. lat. 1406 (una raccolta di testi dialettici che comprende l'Isagoge di Porfirio, i Praedicamenta e il Perì ermeneias di Aristotele nella versione di Boezio, i Topica di Cicerone, il De syllogismis categoricis, il De syllogismis hypotheticis e il Liber divisionum di Boezio), che rivela elementi di contatto con il De corpore Domini adversus Berengarium, trattato di Alberico da Montecassino, per lungo tempo considerato perduto ma recentemente identificato da C. Radding e F. Newton in un libellus conservato nel ms. Aberdeen, UL, 106 (Theology, Rhetoric, and Politics in the Eucharistic Controversy, 1078-1079: Alberic of Monte Cassino against Berengar of Tours New York 2003; cfr. MEL XXIX 140)
Riduci

Il ms. Halle, Universitäts- und Landesbibliothek Sachsen-Anhalt, ... Leggi tutto

Il ms. Halle, Universitäts- und Landesbibliothek Sachsen-Anhalt, Yg 4° 24, risulta del tutto inutile alla costituzione del testo
Riduci