Il f. 45 del manoscritto praghese contiene un breve
quodlibet che affronta quattro questioni: 1) l'immortalità dell'anima; 2) il momento della creazione; 3) l'infinità della sostanza divina; 4) il peccato originale. Testimone dei dibattiti che si svolgevano tra i teologi parigini poco prima della metà del XIII secolo, il
quodlibet - il cui III articolo, sull'infinità della sostanza divina, era stato precedentemente edito dall'A. (in
L'infinité divine dans la théologie médiévale (1220-1225) Paris 2002 pp. 137-8; cfr. MEL XXV 4967) - presenta numerosi punti di contatto con la produzione filosofica coeva o precedente: per quanto attiene alla dottrina dell'anima, esso richiama Filippo il Cancelliere (
Summa de bono), il
De anima di Roberto Grossatesta, il
De immortalitate animae del Gundissalino, il trattato sull'anima di Giovanni Blund - tradito ai ff. 2r-14r dello stesso manoscritto praghese - e un altro
quodlibet, anch'esso presente nello stesso codice (ff. 91r-93r). Particolare attenzione è riservata dall'autore del
quodlibet all'argomentazione con cui il Damasceno si oppone alla tesi dell'immortalità dell'anima. Le considerazioni presenti nel IV articolo sulla nozione medievale del
fomes peccati richiamano asserzioni analoghe presenti nella
Summa Halensis.
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