Lo studio si propone di rianalizzare e ridiscutere i termini di ghibellinismo e ghibellini, verificandone la consistenza e la reale definizione nell'ambito della vicenda storica e della storiografia italiana del Duecento. Si discute anzitutto delle origini e del significato del vocabolo ghibellino e del suo emergere nella storia italiana, verificando come si tratti di un termine che viene in uso in Italia a partire dall'ambito fiorentino e toscano per poi estendersi alle altre aree. Una rapida disamina del dibattito storiografico moderno, a partire dall'opera di L.A. Muratori, consente poi all'A. di sgombrare il campo dalle diverse impostazioni anche fortemente ideologizzate che tali vocaboli hanno assunto nel corso del dibattitto, in particolare tra Ottocento e Novecento: questa riflessione permette anche di constatare la complessità storiografica delle questioni poste dall'analisi del ghibellinismo, anche limitando l'attenzione al trentennio individuato già nel titolo della monografia. L'A. segnala quindi alcuni degli elementi che, superando le molteplici sfaccettature della definizione di ghibellino, possono essere considerati costitutivi del fenomeno: si tratterebbe di un movimento in cui grande peso mantengono le dinamiche familiari locali, di natura più che filo-imperiale, filo-sveva e quindi di riflesso anti-angioina, non pregiudizialmente anticlericale e anti-papale, e soprattutto di chiara focalizzazione toscana. Vengono poi analizzate le fonti diplomatiche edite relative alle istituzioni (papato, impero, regni, comuni) coinvolte nelle vicende storiche del periodo che da Montaperti porta a Campaldino, non senza incursioni nella storia successiva, allo scopo di ricostruire caratteristiche, evoluzioni, contraddizioni, sfumature e protagonisti del fronte ghibellino. Nella seconda parte della monografia sono invece considerate le fonti storiografiche duecentesche di area toscana per definire quale sia stata in quella fase la rappresentazione che ghibellini e ghibellinismo ebbero nelle fonti coeve; anche in questo caso non mancano salti in avanti che aiutano a precisare il quadro. L'ultima parte del volume è invece dedicata a una lettura del
Tractatus de guelphis et ghibellinis di Bartolo da Sassoferrato, considerato la più emblematica trattazione giuridico-istituzionale sulle divisioni politiche e le fazioni che caratterizzano la storia comunale italiana. Completano l'opera alcune appendici: un'ampia cronologia sul trentennio oggetto dello studio, desunta dalle fonti documentarie e storiografiche utilizzate; un elenco di
ambaxiatores,
nuntii,
procuratores,
syndaci e
vicarii del ghibellinismo toscano; un elenco dei podestà toscani (di Arezzo, Colle, Firenze, Lucca, Massa Marittima, Pisa, Pistoia, Prato, San Gimignano, Siena, Volterra e di altre città) tra il 1260 e il 1270. Vengono inoltre pubblicati 20 documenti del Diplomatico dell'Archivio di Stato di Firenze. (Rino Modonutti)
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